martedì 30 luglio 2013


Se per la giudice la frode fiscale vale più di 4 donne violentate

La vera storia del maniaco ancora in libertà: la magistrata non ha avuto il tempo di scrivere le motivazioni. Era impeganata ad accelerare il processo contro Berlusconi
Di qua il processo lampo a Silvio Berlusconi. Di là il processo lumaca a uno stupratore, che rimane in li bertà anche se condannato, perché le motivazioni della sua sentenza non sono state mai scritte.n mezzo ai due proces si, lo stesso giudice: Alessandra Galli, che ha diretto a tappe for­zate il pr ocesso d’appello al Ca valiere per i diritti tv. Ma che nel frattempo, nonostante sia pas sato un intero anno, non ha tro vato il tem po di scrivere le moti vazioni della condanna del vio lentatore.
Così riparte la pole mica sulle due velocità della giustizia. Ed è inevitabile chie dersi: dovendo proprio sceglie re, era più urgente processare Berlusconi o portare a compi­mento il processo al violentatore?
Una risposta la si può cercare leggendo gli atti del processo al maniaco. Che non vi appare co me un violentatore sporadico, ma abituale se non addirittura seriale. È stato accusato di ave re colpito anche all’interno del proprio nucleo familiare, abu sando della propria figlia. E poi ha preso di mira soggetti fragili che si affidavano a lui per guari re con l’ipnosi dall’ansia e dalla depressione. Cosa accadesse loro durante le sedute di ipnosi, le pazienti lo hanno scoperto molto tempo dopo, quando so no state convocate dai carabi nieri. Era accaduto che il figlio del medico aveva visto sul com puter del padre delle foto a me tà strada tra l’esplicito e lo scon volgente. Le aveva segnalate al la madre. E la madre aveva fatto partire la denuncia contro il ma rito: comprensibilmente sconvolta, anche perché a una delle vittime il medico aveva fatto in dossare la biancheria intima della propria figlia. Interrogate, le pazienti aveva no negato con forza che quel ti po di terapia facesse parte degli accordi col medico. Che così era stato incriminato perché «in esecuzione di un medesimo diseg no criminoso in diverse circostanze di tempo costrin geva X a subire degli atti sessuali approfittando dello stato di inferiorità della persona offesa, consistenti in atti di masturba zione e di penetrazione vagina li». Il dottore viene incriminato anche per i maltrattamenti alla moglie e alle figlie. Alle vittime del medico, la giu stizia mostra da subito la sua faccia meno efficiente. La de­nuncia è del 2004, ma il proces so di primo grado si tiene solo nel 2009, a cinque anni di di stanza. E si conclude con la con danna solo per i maltrattamen ti in famiglia: gli stupri non so no ritenuti tali, perché non è provato che, sebbene ipnotiz zate, le vittime non fossero con senzienti. La procura e la procu ra generale fanno appello e ot tengono che la Corte d’appello condanni l’imputato per tutti i capi d’accusa. Ma la Cassazio ne il 24 novembre 2011 ordina un nuovo processo. Ed è a quel punto che il fascicolo approda sul tavolo della seconda sezio ne penale della Corte d’appello milanese, e viene assegnato al giudice Alessandra Galli. Il processo d’appello a Berlu sconi per i diritti tv è di là da veni re, perché in quel momento è ancora in corso il giudizio di pri mo grado. Così il processo al medico viene fissato e celebra to con solerzia. Il 20 luglio del l’anno scorso la seconda sezio ne della Corte d’appello mila nese ricondanna l’imputato a sette anni di carcere. A dover stendere le motivazioni della condanna è il giudice relatore, Alessandra Galli. Cosa accada a quel punto non si sa. Di fatto, i tre mesi concessi dal codice passano senza che la dottores sa depositi la sentenza. Così si arriva a ottobre, e qui il destino del medico si accavalla con quello di Berlusconi. Il 27 otto bre il Cavaliere viene condan nato in primo grado. Ai difenso ri ven gono concessi solo 15 gior ni per presentare i ricorsi. Il pro cesso d’appello viene assegna to alla Corte presieduta da Ales sandra Galli. Bisogna fare in fretta, perché la prescrizione in combe. Il 18 gennaio si apre il processo d’appello al Cavalie re. E il processo al medico, che nel frattempo è a piede libero, passa nel dimenticatoio. Ed è ben vero che l’accusa di stupro aggravato si prescrive in quindici anni, e quindi qualche tempo c’è ancora. Ma intanto il condannato è libero, anche se il reato che ha commesso è di quelli che per il codice impon gono un trattamento più severo.

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