L' Associazione Italiana Vittime della Violenza,
è nata nel 2006, dietro la spinta di alcuni parenti di vittime di orrendi, spietati e folli omicidi.
Dopo un primo periodo di difficoltà operative, ha trovato nuovi stimoli e risorse per raggiungere gli scopi per i quali era nata, ed infatti, proprio in tale ottica, è stata fra le principali promotrici della novella normativa sul cd. Stalking. Ma è andata oltre e preso atto del deficit istituzionale, nella prevenzione prima e nella gestione (sociale, psicologica, legale e umana) poi, di determinate situazioni, particolarmente problematiche e drammatiche, si propone di sopperire a tali carenze strutturali.
L’obiettivo è quello di creare, a livello locale, gruppi di operatori, con varie professionalità, in grado di intervenire concretamente e di portare aiuto e sostegno alle famiglie delle vittime, se non anche alle vittime stesse. A volte infatti purtroppo si arriva troppo tardi, quando ormai non si può più tornare indietro e rimediare.
Queste situazioni, così dolorose, sono quelle in cui l’Associazione si attiva ed opera quotidianamente, fornendo quegli aiuti concreti, che troppo spesso non si possono ottenere se non con enormi esborsi di denaro.
Non dimentichiamo infatti che queste situazioni aggiungono ingiustizia in situazioni già ingiuste: persone che hanno subito perdite dolorosissime ed incolmabili si vedono costrette anche a mettere mano al portafoglio nella speranza di ottenere la punizione dei colpevoli, per ottenere (quando fortunosamente ci sono) miseri risarcimenti – come se il denaro potesse restituire loro le persone che hanno perso!! – per potersi reinserire in un contesto sociale di normalità.
Questo ultimo aspetto, spesso trascurato, se non addirittura ignorato, è in realtà di grande importanza. Solo chi ha subito e vissuto situazioni di questo genere sa che cosa significa svegliarsi la mattina dopo – e da lì ogni mattina della propria vita – con quell’abisso dentro. Con quella sensazione di irrealtà nella pancia. Con quel malessere diffuso e la voglia di scappare, di dimenticare se stessi, perché, in fondo all’anima, spesso ci si sente – a vario titolo – responsabili di ciò che è accaduto.
Sono situazioni in cui tornare al “qui e ora” è fondamentale; assolversi da quelle che si reputano “proprie colpe” è fondamentale; ricominciare a vivere, e smettere di respirare solamente, è fondamentale.
E’ chiaro che l’aiuto ed il sostegno di psicologi e councelor è imprescindibile, ma altrettanto lo è la possibilità di confrontarsi con chi ha vissuto – proprio malgrado – esperienze analoghe.
Ma è anche chiaro che a queste persone non si può, in coscienza, chiedere di subire ancora, anche nell’(eventuale) processo: tutti sappiamo infatti che non sempre si riesce ad arrivarci.
E’ profondamente ingiusto infatti che si debba lottare per potersi costituire parte civile.
E’ profondamente ingiusto che il processo si possa celebrare anche in assenza dell’avvocato della persona offesa, anche dopo la sua costituzione in giudizio.
E’ profondamente ingiusto che Caino abbia solo diritti e garanzie, mentre Abele sia l’ultimo dei reietti.
Per rispondere a queste necessità ed esigenze, l’Associazione ha come scopi la Creazione di un Ufficio Legale che si proponga, quanto meno, come aiuto immediato alle vittime. Si tratta chiaramente di professionisti esperti nel settore, e non improvvisati azzeccagarbugli con fame di notorietà, che si propongono di seguire le famiglie delle vittime – magari anche gratuitamente – al solo scopo di “andare in televisione”.
L’Associazione si propone anche di contattare le Istituzioni locali e nazionali per:
a. Creare in tutto il territorio nazionale Ospedali Rosa, spiegando anche di che cosa si tratta;
b. Creare programmi di prevenzione attraverso l’informazione ed il confronto nelle scuole, atteso che è il primo momento in cui l’individuo, nella propria esistenza, si confronta con il rispetto delle regole ed ha le prime occasioni di confronto sociale;
c. Finanziare e promuovere manifestazioni ed eventi culturali contro la violenza
Si propone anche di contattare Associazioni analoghe, sparse sul territorio e già operative, per proporre una collaborazione ed uno scambio di esperienze: l’obiettivo è quello di aiutare le vittime e l’unico modo per riuscirci davvero è quello di creare un fronte unitario e compatto.
Tra gli obiettivi, vi è poi la redazione e promozione di un progetto di legge di istituzione di un Fondo di Garanzia per le Vittime da Reato e contestuale progetto di riforma del Codice di Procedura Penale e dell’Ordinamento Penitenziario, oltre alla creazione di un Centro Studi in materia di reati di matrice violenta e dolosa.
Infine, l’obiettivo sicuramente principale e prioritario dell’Associazione Italiana Vittime della Violenza è quello di arrivare un giorno ad essere assolutamente inutile, perché la violenza, figlia della stupidità e dell’ignoranza, non esiste più!
Dopo un primo periodo di difficoltà operative, ha trovato nuovi stimoli e risorse per raggiungere gli scopi per i quali era nata, ed infatti, proprio in tale ottica, è stata fra le principali promotrici della novella normativa sul cd. Stalking. Ma è andata oltre e preso atto del deficit istituzionale, nella prevenzione prima e nella gestione (sociale, psicologica, legale e umana) poi, di determinate situazioni, particolarmente problematiche e drammatiche, si propone di sopperire a tali carenze strutturali.
L’obiettivo è quello di creare, a livello locale, gruppi di operatori, con varie professionalità, in grado di intervenire concretamente e di portare aiuto e sostegno alle famiglie delle vittime, se non anche alle vittime stesse. A volte infatti purtroppo si arriva troppo tardi, quando ormai non si può più tornare indietro e rimediare.
Queste situazioni, così dolorose, sono quelle in cui l’Associazione si attiva ed opera quotidianamente, fornendo quegli aiuti concreti, che troppo spesso non si possono ottenere se non con enormi esborsi di denaro.
Non dimentichiamo infatti che queste situazioni aggiungono ingiustizia in situazioni già ingiuste: persone che hanno subito perdite dolorosissime ed incolmabili si vedono costrette anche a mettere mano al portafoglio nella speranza di ottenere la punizione dei colpevoli, per ottenere (quando fortunosamente ci sono) miseri risarcimenti – come se il denaro potesse restituire loro le persone che hanno perso!! – per potersi reinserire in un contesto sociale di normalità.
Questo ultimo aspetto, spesso trascurato, se non addirittura ignorato, è in realtà di grande importanza. Solo chi ha subito e vissuto situazioni di questo genere sa che cosa significa svegliarsi la mattina dopo – e da lì ogni mattina della propria vita – con quell’abisso dentro. Con quella sensazione di irrealtà nella pancia. Con quel malessere diffuso e la voglia di scappare, di dimenticare se stessi, perché, in fondo all’anima, spesso ci si sente – a vario titolo – responsabili di ciò che è accaduto.
Sono situazioni in cui tornare al “qui e ora” è fondamentale; assolversi da quelle che si reputano “proprie colpe” è fondamentale; ricominciare a vivere, e smettere di respirare solamente, è fondamentale.
E’ chiaro che l’aiuto ed il sostegno di psicologi e councelor è imprescindibile, ma altrettanto lo è la possibilità di confrontarsi con chi ha vissuto – proprio malgrado – esperienze analoghe.
Ma è anche chiaro che a queste persone non si può, in coscienza, chiedere di subire ancora, anche nell’(eventuale) processo: tutti sappiamo infatti che non sempre si riesce ad arrivarci.
E’ profondamente ingiusto infatti che si debba lottare per potersi costituire parte civile.
E’ profondamente ingiusto che il processo si possa celebrare anche in assenza dell’avvocato della persona offesa, anche dopo la sua costituzione in giudizio.
E’ profondamente ingiusto che Caino abbia solo diritti e garanzie, mentre Abele sia l’ultimo dei reietti.
Per rispondere a queste necessità ed esigenze, l’Associazione ha come scopi la Creazione di un Ufficio Legale che si proponga, quanto meno, come aiuto immediato alle vittime. Si tratta chiaramente di professionisti esperti nel settore, e non improvvisati azzeccagarbugli con fame di notorietà, che si propongono di seguire le famiglie delle vittime – magari anche gratuitamente – al solo scopo di “andare in televisione”.
L’Associazione si propone anche di contattare le Istituzioni locali e nazionali per:
a. Creare in tutto il territorio nazionale Ospedali Rosa, spiegando anche di che cosa si tratta;
b. Creare programmi di prevenzione attraverso l’informazione ed il confronto nelle scuole, atteso che è il primo momento in cui l’individuo, nella propria esistenza, si confronta con il rispetto delle regole ed ha le prime occasioni di confronto sociale;
c. Finanziare e promuovere manifestazioni ed eventi culturali contro la violenza
Si propone anche di contattare Associazioni analoghe, sparse sul territorio e già operative, per proporre una collaborazione ed uno scambio di esperienze: l’obiettivo è quello di aiutare le vittime e l’unico modo per riuscirci davvero è quello di creare un fronte unitario e compatto.
Tra gli obiettivi, vi è poi la redazione e promozione di un progetto di legge di istituzione di un Fondo di Garanzia per le Vittime da Reato e contestuale progetto di riforma del Codice di Procedura Penale e dell’Ordinamento Penitenziario, oltre alla creazione di un Centro Studi in materia di reati di matrice violenta e dolosa.
Infine, l’obiettivo sicuramente principale e prioritario dell’Associazione Italiana Vittime della Violenza è quello di arrivare un giorno ad essere assolutamente inutile, perché la violenza, figlia della stupidità e dell’ignoranza, non esiste più!
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